Fine del periodo etrusco ad Orte

di Letizia Tessicini 21/2/2005

Il periodo etrusco in Orte si conclude nel IV secolo, soccombendo all’irruenza della potenza Romana.

L’indipendenza del territorio falisco è la prima a venire meno: i Falisci erano divenuti alleati di Veio e Capena contro i Romani e questo li condusse a disastrose sconfitte, finché nel 395 Furio Camillo non distrugge Veio e nel 393 prende possesso di Falerii.

L’invasione dei Galli nel 390, permette ai territori a nord di Roma di riorganizzare una qualche difesa, i Falisici tentano di riconquistare la perduta indipendenza, ma ancora una volta Furio Camillo riesce velocemente ad occuparne la capitale Falerii (383).

A questo punto, caduti i Falisci, Orte viene ad essere punto di confine tra Roma e l’Etruria.

 73 anni dividono la presa di Falerii dalla ripresa delle ostilità tra Roma e gli Etruschi.

L’accesso delle truppe romane in territorio etrusco era sbarrato dalla famosa Selva Cimino, che si estendeva fino ai confini del territorio ortano. La selva era considerata impenetrabile dai più, da tutti era temuta per gli spiriti che si diceva la abitassero. Ma a Quinto Fabio Rulliano bastò conquistarsi il tradimento di due guide etrusche per attraversare la terribile foresta e portare la guerra tra i Monti Cimini e il Tevere.

Gli Etruschi raccolgono un esercito con la legge sacrata e si preparano allo scontro. Le due formazioni vengono a contatto nella pianura tra il Tevere e le pendici dei primi Monti Cimini, cioè presso il Lago Vadimone, in territorio Ortano. Era il 309 a.C..

Secondo le fonti la battaglia fu feroce e combattuta con onore da entrambe le arti, ma alla fine la potenza romana finì per prevalere e  Q.F. Rulliano poté celebrare un trionfo in Roma. [la battaglia è descritta particolarmente in Tito Livio, lib. IX c. 39. Ed è da noi trattata nella sezione dedicata alle battaglie del Lago Vadimone].

Dovette essere a seguito di questa battaglia che l’abitato di Orte fu occupato dai Romani.

 Ma i conti non erano ancora chiusi. Passato il tempo necessario per riprendersi dalla batosta subita, alleandosi ai Galli Senoni e ai Boi gli Etruschi sono di nuovo in grado di ribellarsi. E’ il 284 e il console Cornelio Dolabella viene incaricato di far cessare ogni velleità dei vicini di Roma; di nuovo lo scontro avviene presso il Lago Vadimone e ancora una volta gli Etruschi sono sconfitti, solo che stavolta non potranno più risorgere.

Orte deve esser stata ridotta a colonia, libera di governarsi autonomamente ma priva della cittadinanza romana. Sarà infatti solo molti anni più tardi che, per far fronte alla ribellione di Piceni, Latini e Campani e alla minaccia di una rivolta di Etruschi e Umbri, il senato di Roma decise di estendere la cittadinanza a questi popoli. Il diritto di voto rimane però lontano