Il lago sacro

                                              di Letizia Tessicini  (25/12/2004)

Lago Vadimòne - Agosto 2004

 

Il lago sacro
 

Ancora oggi molti toponimi delle località che circondano Orte testimoniano un culto che aveva larga diffusione in questi territori: Lucignano, Mugnano, Molegnano, ecc.

Si tratta del culto di Giano, il dio bifronte, che gli Etruschi veneravano sulle sponde del lago, a lui consacrato.

Forse anche Marte, dio della guerra, ebbe qui un suo tempio, poiché una località prossima al lago è ancora oggi chiamata Mavorrano, la cui etimologia contiene senza dubbio il nome del dio.

Ancora Livio narra che gli Etruschi celebravano qui, riti, feste e sacrifici in periodi particolari dell’anno per propiziare le loro esistenze, e che i Romani vi bagnavano le armi per renderle invincibili.

I soldati giuravano su queste sponde fedeltà ai loro Capitani e ai loro Signori quando entravano nelle Milizie, bevendo l’acqua del lago, che si credeva consacrata.

Le virtù medicinali, le improvvise eruzioni, i gorgoglii, le isolette vaganti, rendevano il lago misterioso, non è quindi strano che i popoli pagani ne fecero un santuario, vedendo in questi fenomeni l’espressione del volere divino.

Ma gli echi della sacralità del luogo erano vivi ancora nel ‘500, se il poeta Orfeo Marchese può scrivere:

…Sopra di quelle chiare, e limpid’onde

giurar solean gli antichi soldati

lì fuord’intorno vicino alle sponde,

vi stavan quattro Tempij edificati,

ornati di colonne alte e profonde

di molti vasi nobili adornati

ove solean drendo i vasi lisci

sacrificare i populi fallisci.

Era dei quattro tempij un di Nettunno

l’altro di Giove, il terzo di Marte,

il quarto delle Ninfe che lì funno

e già vergate di ciò son più carte…

 

Alla fine del ‘700 i resti di questi templi dovevano essere ancora visibili, tanto che il Bussi, nella Storia di Viterbo, scrive: «…Vedendosi circa questo lago gli vestigi di molti antichi edifici, fra gli altri di alcuni Templi, ritrovandosi altresì quivi molte antichitate».

 

Quindi il Lago Vadimone non solo era considerato sacro, ma era sede di un vero e proprio santuario.