(il disegno è della Prof. Onelia Balestrucci tratto dal libro

                                                                di poesie "Alma terra natia"di Don Umberto Zuppante )

 

                                                         La leggenda di Bertrada

                                    di Letizia Tessicini  (25/12/2004)

Narra la leggenda: «Nel più fosco medioevo una feroce pestilenza mieteva vittime in Orte e la popolazione, atterrita ed inorridita dalla strage, si rivolse ad una megera che aveva fama di stregoneria per sapere da essa cosa occorresse per allontanare quel flagello. Disse, costei, che a placare l’ira del cielo occorreva il sangue della più giovane e più bella fra le nobili fanciulle di Orte. Slendeva per fiorente bellezza e per alto lignaggio Bertrada de’ Vincitori e la vittima designata fu la sedicenne fanciulla che, a furia di popolo, fu tratta dal suo palazzo e trascinata sulla piazza per essere svenata.

Il vescovo di Orte, Damaso, vecchio e cieco, saputo dell’orrendo proposito, sorretto dai diaconi, accorse sulla piazza. Pregò, scongiurò, pianse perché il popolo rinsavisse, ma questo, inferocito, inveì contro il santo vescovo e l’uccise. Profittò di quel trambusto un giovane cavaliere che, colto il momento opportuno, prese Bertrada in arcione e, tenendola ferma sul cavallo, si dette quindi a fuggire a corsa sfrenata per le pendici del colle ove sorge Orte, dileguandosi per la vallata tiberina. E d’allora ogni anno, nella notte di S. Silvestro, dall’alto del Palazzo Vescovile appare una fanciulla soffusa di vivida luce, bianco vestita, che grida per tre volte: Il vescovo da qui ti benedice, Orte felice!!»

 

(Corrado Ralli, Cenni Storici di Orte,Subiaco 1923)